giovedì 17 aprile 2014

Viva il vino - vedo la gente "bella"

Premessa:
Pregasi invidiosi, maligni e mal pensanti di astenersi dalla lettura di questo post.


Questo è il primo post in cui parlerò in maniera diretta del mio lavoro e, in particolare, di una fetta di persone che gravitano attorno alla mia vita lavorativa. È un post delicato, molto delicato, per il fatto che, di sicuro, molti lo leggeranno come una grande, enorme, mastodontica leccata di culo. Ebbene, lo è. No, scherzo, non è vero. Per questo dubbio di interpretazione è da giorni che penso se scriverlo o meno, e adesso, ore 6:39 del 17 aprile 2014, ho deciso, me ne frego di chi pensa male. L'unica accortezza che userò sarà, da buon siciliano, quella di non fare nomi.

Tutto comincia quando, nel 2009, vengo contattato da E.M.G. (chi lo conosce comprende la mia necessità di usare tutte queste lettere puntate), export manager con il pallino della comunicazione, di una importante azienda italiana che si occupa di vino, che mi commissiona una serie di operazioni video e fotografiche che segneranno in maniera profonda la mia futura vita professionale. Quello di questo primo progetto è un periodo intenso, in cui mi confronto con una realtà nuova e conosco, oltre a E.M.G. di cui sopra, persone straordinarie: l'enologo e surfista australiano amante delle vecchie Fiat 500, il capo dell'azienda con la passione profonda per il mondo del teatro, la gente che lavora in vigna ed in cantina, ognuna con le sue particolarità. Questi primi progetti diventano un passpartout per aprire le porte di un mondo, quello del vino, estremamente variegato, ricco di storia, di tradizioni...e di una percentuale personalissima che per non esagerare ho tenuto all'80%, di “persone belle”. In questi anni mi sono confrontato con padroni di azienda con scorze dure e cuori d'oro, con un responsabile marketing/produzione/logistica/chefaanchegrafica che lavora giorno e notte senza tregua, con enologhe femmine diventate attrici consumate, con giovani donne che prendono saldamente le redini della loro azienda, e potrei continuare a lungo.
L'esperienza che mi ha definitivamente convinto della correttezza di questa percentuale altissima è stata quella del Vinitaly appena terminato. A Verona ho incontrato contemporaneamente tutte le persone con cui da anni mi confronto. Le ho viste tutte insieme, tutte nello stesso luogo (ovviamente ognuna nel proprio stand), durante tre giorni intensissimi di lavoro. Soprattutto ho finalmente avuto modo di conoscere una serie di persone con cui avevo lavorato, fino al Vinitaly, solo attraverso le mail, Skype, il telefono. L'averle viste in carne ed ossa (in un caso carne, ossa e gesso), è stato utile, ha reso possibile, per quel che mi riguarda, aggiungere dei tasselli a relazioni professionali che sempre più si fondono con sane, belle e soddisfacenti relazioni umane.

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